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Giovedì 9/3/2017 - 18:55 (UTC) Banca e denaro - C’è ancora chi pensa che la moneta sia garantita da beni e/o titoli con valore reale e c’è chi dice che tutte le banche possono creare denaro dal nulla all’infinito. Entrambi si sbagliano. A parte la banca centrale, che può creare moneta anche per acquistare titoli, tutte le altre banche di credito ordinario creano moneta dal nulla soltanto mediante i prestiti. Quando una banca concede un prestito, emette contemporaneamente la moneta prestata. La crea dal nulla. E sul prestito chiede interessi. Per la banca, il prestito concesso diventa un credito e la moneta emessa (che può anche essere depositata presso la stessa banca: per questo si dice che i prestiti creano i depositi e non viceversa) diventa un debito. Ma la banca non può emettere moneta all’infinito (altrimenti non esisterebbero crisi bancarie). Quando chi ha ricevuto il prestito preleva il denaro, o paga con quel denaro il cliente di un’altra banca, la banca che ha concesso il prestito deve avere pari importo di denaro su un conto presso la banca centrale. Il denaro presso la banca centrale può derivare dal capitale della banca di credito ordinario, dal risparmio dei suoi clienti oppure da prestiti della banca centrale garantiti da titoli accettati dalla stessa banca centrale (i cosiddetti titoli eligibili). Se non riceve titoli eligibili, la banca centrale non presta denaro. I titoli eligibili sono quelli che hanno un rating abbastanza alto e sono emessi da stati ed imprese. Se una banca subisce perdite per un importo superiore a quello dei titoli esigibili dei quali dispone, non riesce più a far fronte ai pagamenti e diventa insolvente. Come Lehman Brothers a metà settembre 2008. Il problema è che quasi tutti i titoli pubblici, nonostante siano considerati eligibili, sarebbero inesigibili se non fossero continuamente rifinanziati. E, per rifinanziarli, la banca centrale emette nuova moneta che, quindi non vale nulla perché ha come controvalore titoli emessi da Stati che senza la nuova moneta non potrebbero mai rimborsare i loro debiti. È come il gatto che si morde la coda. Finché non cade a terra stecchito. Quasi ci siamo. Poi, sarà il momento di EkaBank. Se non sarà troppo tardi.

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