Rodolfo Marusi Guareschi, nato a Salsomaggiore Terme (PR) il 20/1/1950, residente in Parma, strada Argini Enza n. 103 e domiciliato in Sant’Ilario d’Enza (RE), via XXV Aprile Ovest n. 2, in un locale della sede in cui lavoro. Ho cinque figli: Tristano (1969), Valerio (1972), Francesca (1982), Andrea (1992) e Ramah (2005).

[1] Sono una persona abbastanza informata. In trentacinque anni ho promosso diverse iniziative economiche sia in Italia sia all’estero per due motivi: dimostrare la possibilità di gestire delle imprese senza avere come unico scopo il profitto e di far partecipare i lavoratori alla gestione, ai rischi ed ai risultati delle imprese stesse; disporre di risorse finanziarie per iniziative sociali e politiche che non prevedono alcun ritorno economico senza essere condizionato da alcun potere.

[2] A causa di questi obiettivi dichiarati e per non avere mai accettato compromessi, sono avversato, per la verità solo in Italia, da diverse istituzioni statali e dalla stampa. Non ho mai commesso reati. Tuttavia, ho dovuto affrontare numerosi procedimenti ed oltre a tante assoluzioni ho subito diversi errori giudiziari che, anche secondo pareri di docenti di chiara fama, alla fine saranno riconosciuti. L’ultimo è per fatti considerati commessi nel 1988. In seguito, sono sempre stato assolto con formula piena.

[3] Ho previsto da decenni la situazione in cui ci troviamo in Italia e nel mondo ed ho proposto soluzioni e strumenti per evitarla; ora ci troviamo in una situazione di isteresi quasi irreversibile con costi che in pochi riescono ad immaginare. Una situazione voluta.

[4] Credo che sia ancora possibile evitare il peggio affrontando rapidamente i problemi più urgenti ad iniziare dall’equa ridistribuzione della ricchezza e cambiando la struttura gerarchica del nostro sistema.

[5] Penso che, da almeno trent’anni, sia possibile permettere di far stare bene chi sta male senza far stare male chi sta meglio: non voglio impoverire nessuno ma tentare di impedire il probabile annientamento di tutti.

[6] Una delle prime cose da fare è liberare l’economia reale, che dovrebbe servire a soddisfare bisogni, dai condizionamenti della finanza e della moneta virtuale.

[7] Le soluzioni che propongo possono consentire all’umanità di uscire dalla preistoria e di dare inizio ad una nuova era con giustizia sociale, pace duratura, democrazia reale, fine dello sfruttamento del lavoro, massima responsabilità e maggiore libertà di tutti, riportando nello stesso tempo le condizioni ambientali ad un livello sostenibile.

[8] Tali soluzioni affrontano i seguenti problemi: energia, acqua, cibo, salute, cultura, informazione, produzione, organizzazione politica e finanza. Essendo problemi di tutti, possono essere risolti soltanto attraverso regole fondamentali ed iniziative globali. Da questo presupposto, sono nate le idee della Repubblica della Terra come repubblica universale con un parlamento mondiale eletto direttamente dagli abitanti del pianeta e di Dhana come moneta mondiale del lavoro da assegnare in parti uguali. Il tutto trae origine da Péntakos, scritto nel 1990 e pubblicato alla fine del 1991.

[9] Il popolo italiano, per la sua storia e la sua cultura, nonostante difetti e limiti, può dare inizio ad un nuovo processo ed innescare un reale cambiamento universale.

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